| Ishimaru aveva deciso di prendersi qualche giorno di riposo, ed era deciso a farlo in un arcipelago che conosceva abbastanza bene, l'arcipelago Glagiun. Era costituito da una serie di quattro isole vicine tra di loro, ognuna con una caratteristica diversa, quella di Krakatoa era la destinazione della barca su cui Ishimaru era salito anche perchè era l'unica ad essere stata colonizzata ed aveva una città all'interno: Kolibrì. Il carpentiere era venuto da piccolo numerose volte coi genitori in quel posto, era una città contornata esclusivamente da alberi. La barca si avvicinava molto lentamente al porto, Ishiamru era seduto su uno sdraio e osservava la gente intorno a lui, aveva capito dall'ultimo scontro col maestro Kaito di non fidarsi di nessuno. Le persone presente sulla barca erano una moltitudine, tutte completamente diverse, da quelle più importanti ai semplici turisti venuti per una piccola visita. Tra alcuni sembravano intravedersi delle faccie molto losche agli occhi del carpentiere che, da dietro i suoi occhiali da sole scuri, teneva d'occhio completamente la situazione intorno a sè. Un piccolo gruppo di attori impersonificava un teatro mentre dall’altra parte veniva suonata una dolce melodia in attesa dell’attracco al porto. Dopo una ventina di minuti la barca fece finalmente capolino a Kolibrì. Ishimaru prese tutto molto comodamente, con la consueta calma si apprestò a scendere prendendo il bagaglio che aveva portato con sé. Venne calato il ponticello che permetteva ai passeggeri della nave di scendere, alla fine della rampa vi era una grandissima spiaggia che faceva da contorno agli alberi, ed infatti finiva immergendosi in essi. Scese la maggior parte delle persone facendo urla di gioia per l’arrivo, alcuni erano già preparati per la spiaggia con gommoni o Windsurfs. Improvvisamente si fece largo tra la folla un energumeno di grossa stazza, sembrava essere una persona molto importante, perché al suo passaggio la gente si divideva come se stesse per essere investita da qualcosa di molto grosso e potente. Ishimaru abbassò gli occhiali da sole per intravedere quella persona, sentì dire da alcune persone che risultava essere il sergente Balein, un uomo pesce simile ad una balena, egli era accompagnato dalle guardie che lo scortavano portando tutto ciò che aveva e una ragazza alquanto carina, forse troppo per uno così. Il carpentiere si rialzò gli occhiali e fece per scendere dalla rampa che portava direttamente alla spiaggia. Sapeva già che doveva recarsi nella piazza principale del paese e soggiornare al lussuoso Hotel Piume Blu. La strada gli era nota e fu uno dei primi a salire sui gradini di legno che portavano alla città. Alla fine della salita, la gente che gli era alle spalle cominciava a dividersi, non fece a meno di notare due funzionari del paese che prendevano i nomi di chi entrava ed usciva dal posto, e come non notarli, erano vestiti in maniera molto elegante ed erano decorati da piume e becchi di volatili. Più avanti un cartello abbastanza grande designava l’entrata delle persone nella città Kolibrì. Anche qui due persone alla porta difficili da dimenticare, per le piume blu che portavano in testa a mò di corona imperiale. Ora l’Hotel risultava essere alla destra della piazza Rubrubu. La piazza Rubrubu era una delle più belle piazze dell’intero mondo, una gigantesca fontana al centro avente come statua un enorme uccello ad ali aperte che sgorgava acqua dalla bocca. Tutt’attorno sembravano esserci interi negozi invasi dai turisti. Intravide l’Hotel e si diresse verso l’entrata. La grande Scritta “Piume Blu” si ergeva sopra l’accesso. Nella Hall Ishimaru si tolse gli occhiali e non fece a meno di notare la bellezza del posto, mai cambiato rispetto alla sua infanzia: Era tutto intonato sul colore azzurro/blu con degli accenti d’oro nei ricami. Nella sala a fianco si sentiva un pianoforte suonare e delle mani applaudire. Ishimaru si diresse alla reception e chiese informazioni per la camera 43. Il ragazzo sorridendo gli diede le chiavi e indicò la rampa di scale alla sua destra:
“Secondo Piano, terza porta a sinistra”
Ishimaru non se lo fece ripetere due volte, ringraziò e percorse le scale per due volte fino ad arrivare al secondo piano. Una lunga via di stanze lo attendeva, la sua camera era molto vicino alle scale, meglio così. Girò la chiave ed entrò. Per prima cosa diede un’occhiata in giro, sembrava essere tutto in ordine, un bagno, una camera da letto e un balcone che dava sulla piazza. Tirò su le persiane per fare entrare un po’ di luce e si distese dopo aver richiuso la porta. La vacanza era partita relativamente bene.
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